font size=”2″>L’ideologia del “genere” è funzionale alla globalizzazione. I diritti degli omosessuali sono un’arma di “distrazione di massa”.
Quest’articolo è nato dall’incontro con Pro Vita, un associazione che promuove iniziative in difesa della famiglia naturale e della vita. Relatori dell’incontro: l’ambasciatore russo Aleksej Komov, del Congresso Mondiale delle Famiglie presso l’ONU e Antonio Brandi, Presidente di Pro Vita. (1)
Per famiglia naturale s’intende l’unione stabile di un uomo e di una donna, destinata alla procreazione e alla cura della prole. L’essenza demoniaca e socialmente distruttiva dell’ideologia gender si manifesta nella negazione della famiglia. Aristotele insegna che la famiglia è la base della società umana, perché è la prima forma di comunità che l’uomo ha costituito per poter sopravvivere; seguono poi comunità più grandi, come la città e lo Stato. L’uomo è quindi un animale politico (zoon politikon) un essere “sociale” destinato a vivere in comunità.
Nella nostra società liberista e libertaria, la famiglia naturale è minacciata da condizioni socio – economiche e da modelli culturali ostili, che ne impediscono la formazione e la sopravvivenza: ideologia di genere, femminismo, consumismo, precarizzazione del lavoro, bassi salari, ritmi di vita incompatibili con le esigenze famigliari, taglio dei servizi pubblici (asili, assegni familiari, alloggi per le giovani coppie, ecc).
Una concezione anarcoide e iconoclasta della libertà è il male dell’Occidente, il cancro che lentamente consuma la nostra decadente civiltà. Satana non è omosessuale ma libertario e liberista, induce l’uomo a ribellarsi a ogni legge e limite, al fine di soddisfare i propri desideri e deliri di onnipotenza. Il demonio ci sussurra con tono mellifluo: «Dio non esiste, tu sei il vero Dio, tutto ti è permesso». «Vietato vietare» era lo slogan sessantottino che ha minato la base morale e politica della nostra società: aborto, eutanasia, manipolazioni del corredo genetico e mercificazione della gravidanza, liberalizzazione delle droghe, contestazione globale. Nulla è assoluto tutto è relativo (famiglia, sesso, nazione). Il neoliberismo, farà propria questa concezione anarcoide e iconoclasta di libertà applicandola all’economia. Non esistono comunità e doveri sociali, ma solo individui che agiscono in funzione dei propri interessi e desideri, mossi da una mano invisibile che alla fine realizza il bene comune (la somma degli interessi e desideri individuali), il mercato è la divinità alla quale immolare le nostre esistenze.
La bestia dell’Apocalisse mostra il suo vero volto, creare il caos: sovvertendo le leggi di natura, espressione della volontà divina e le basi della civiltà umana.
L’ideologia di genere (in inglese gender) ideata dallo psichiatra americano John Money, sostiene che la famiglia naturale e l’identità sessuale non sono immutabili ma relative, possono essere modificate o ignorate, in base ai desideri del singolo o ai progetti di “ingegneria” sociale. Padre e madre sono parole prive di senso, esistono solo genitori A e B. Tutto questo è funzionale al progetto di omologazione imposto dalla globalizzazione che mira a cancellare ogni forma d’identità e di comunità. Un mutamento antropologico che trasformerà il genere umano in un gregge anonimo, i neoschiavi del mondo globalizzato, diafane creature: consumiste, asessuate, individualiste, competitive, apolitiche, atee, nomadi, drammaticamente sole. (2)
Per globalizzazione o mondializzazione, s’intende l’eliminazione di ogni barriera alla circolazione delle merci, dei capitali e delle persone al fine di creare un unico mercato mondiale di modello neoliberista. Per fare questo è necessario avviare un processo di omologazione diretto a cancellare ogni forma di appartenenza e identità (nazione, comunità locali, religione, ideologia politica, etnia, famiglia e sesso).
Nel nuovo ordine mondiale creato dalla globalizzazione: gli Stati nazionali e i poteri locali sono sostituiti da organismi sovranazionali legati agli Stati Uniti (la superpotenza vincitrice della guerra fredda) gli unici soggetti idonei a governare un mondo globalizzato; i popoli sono formati da masse anonime di produttori-consumatori, atomi manipolabili nel comportamento e nei valori. (3) L’incubo orwelliano diventa realtà.
Pierpaolo Pasolini, omosessuale e intellettuale di sinistra, già negli anni 70, denunciava in Scritti Corsari (1975), il processo di omologazione-degradazione indotto dalla società dei consumi: «Non siamo più di fronte, come tutti ormai sanno, a “tempi nuovi”, ma a una nuova epoca della storia umana, di quella storia umana le cui scadenze sono millenaristiche. Era impossibile che gli italiani reagissero peggio di così a tale trauma storico. Essi sono divenuti in pochi anni (specie nel centro – sud) un popolo degenerato, ridicolo, mostruoso, criminale. Basta solo uscire per strada per capirlo». E continua: «Ho visto dunque con i miei sensi il comportamento coatto del potere dei consumi ricreare e deformare la coscienza del popolo italiano, fino a un’irreversibile degradazione. Cosa che non era accaduta durante il fascismo, periodo in cui il comportamento era completamente dissociato dalla coscienza». (4) Chissà cosa direbbe il poeta friulano, oggi che la globalizzazione ha esteso all’intero Pianeta, il processo di omologazione-degradazione da lui denunciato.
Il legame tra ideologia di genere e globalizzazione, si manifesta non solo a livello ideologico, ma anche a livello istituzionale. L’ideologia di genere è sostenuta dalle stesse lobby e istituzioni che appoggiano la globalizzazione: politici della sinistra progressista e della destra liberista (Cameron, Obama, Hollande, Renzi, Boldrini, Scalfarotto, Vendola, Garfagna, Hillary Clinton, ecc.) giornalisti, intellettuali e artisti di fama internazionale (da Madonna a Elton John) imprese multinazionali (Ikea, le imprese legate al cambiamento del sesso, alla procreazione artificiale e all’aborto farmaceutico – pillola del giorno dopo), gli esponenti dell’alta finanza (Gates, Soros, Rockfeller), il governo degli Stati Uniti attraverso le proprie ambasciate, la Corte Europea dei diritti dell’Uomo, la maggioranza dei parlamenti e dei governi dell’Unione Europea, il parlamento europeo e perfino l’Unicef. (5) Quest’ultima sostiene: «la messa in atto di leggi che certifichino il riconoscimento legale dei legami familiari dei genitori LGBT e dei loro figli». (6) A benedire le unioni omosessuali sono anche le chiese cristiane: valdese, metodista, battista, luterana e parte di quella anglicana. Contrarie a dette unioni sono la chiesa cattolica e quella ortodossa, la parte tradizionalista delle chiese protestanti, l’Islam, i movimenti e i partiti tradizionalisti e identitari.
Le organizzazioni LGBT e le istituzioni che sostengono l’ideologia di genere cercano di imporla attraverso una campagna d’indottrinamento e di censura.
L’indottrinamento, prevede il controllo dei mass-media e un programma educativo rivolto a promuovere l’omosessualità nelle scuole. Al Liceo Giulio Cesare di Roma è stato dato da leggere ad adolescenti di seconda superiore il libro di Melania Mazzucco: Sei come sei che descrive nei particolari (odori, sapori, sensazioni) un rapporto orale tra due ragazzi in uno spogliatoio. Oppure i libri distribuiti negli asili del Veneto, e poi tolti per la rivolta dei genitori, i titoli si commentano da soli, “E con Tango siamo in tre”, “Perché hai due mamme” e via dicendo. (7) Oggi, come nel 68, la scuola abiura alla funzione pedagogica per assumere quella ideologica.
La censura prevede l’introduzione del reato di omofobia e il boicottaggio delle opinioni contrarie al pensiero dominante.
Il reato di omofobia punisce ogni atto di violenza e di discriminazione verso gli omosessuali e i transessuali, con pene che vanno dai sei mesi ai sei anni. Una norma che non è stata creata per tutelare gli omosessuali dalla violenza e dalle discriminazioni (a tale scopo basterebbe applicare il codice penale e l’articolo 3 della costituzione italiana che garantisce la parità dei cittadini); ma per soffocare ogni voce contraria all’ideologia di genere. Il reato di omofobia appartiene alla categoria dei reati di opinione. In Germania Eugene Martens ha scontato un giorno di prigione per essersi rifiutato di portare la figlia alle lezioni di genere. Oggi la pena è di un giorno, ma in futuro potrebbe essere di un anno, tutto dipenderà dalla forza delle lobby omosessuali. (8) Discorso analogo per le unioni di fatto, lo scopo di detto istituto è quello di introdurre il matrimonio tra persone dello stesso sesso e non è quello di tutelare una relazione tra persone non sposate e non legate da vincolo parentale. Per quest’ultime basterebbe l’istituto giuridico della procura adattandolo alle loro esigenze affettive.
La censura non si manifesta solo la repressione, ma anche con l’esclusione. Ogni opinione contraria all’ideologia gender è tacciata di “omofobia” e come tale va bandita dai mass media, dalle istituzioni scolastiche, dai circoli culturali, o boicottata sul mercato se si tratta di un’azienda (Barilla e Dolce e Gabbana).
Si fonda sull’indottrinamento e sulla censura il DDL Scalfarotto (vicepresidente del partito democratico) che prevede l’introduzione del reato di omofobia e dell’ideologia di genere nel nostro ordinamento. Considerazioni analoghe valgono per le direttive contenuta nella Strategia nazionale per la prevenzione e il contrasto delle discriminazioni sul sesso (2013-2015), voluta dall’ex ministro del Welfare (con delega alle Pari opportunità) Elsa Fornero.
Le politiche a favore dell’ideologia di genere sono promosse e coordinate dall’UNAR (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali) che fa capo alla Presidenza del Consiglio dei Ministri-Dipartimenti Integrazione e Pari Opportunità. L’UNAR si avvale della sola consulenza delle associazioni LGBT (Lesbiche, Gay, Bisessuali, Transessuali). Questa scelta esclude le famiglie degli alunni dai programmi scolastici e dimostra lo spirito totalitario della politica gender.
Si deve all’UNAR, la diffusione di una trilogia di manuali, dal titolo: Educare alla diversità a scuola. Questi testi destinati alla scuola elementare, media inferiore e superiore, col pretesto di combattere le discriminazioni e promuovere l’educazione sessuale, indottrinano bambini e adolescenti: all’ideologia di genere, all’aborto, all’attività sessuale in età precoce.
La campagna d’indottrinamento e censura è preceduta dal vittimismo, la “cultura del piagnisteo” (Robert Hughes 1994). Le organizzazioni LGBT denunciano l’esistenza di un’emergenza omofobia, segnata da frequenti violenze e discriminazioni a danno di omosessuali e transessuali. Poco importa se i dati forniti dall’organismo interforze della Polizia di Stato e dei Carabinieri, l’OSCAD (Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori) smentisca detta emergenza, o la confinano al mondo della prostituzione, che spesso frequentano i transessuali autori delle denunciano. La relazione trasmessa al Parlamento dall’OSCAD, certifica che in più di tre anni di attività dell’osservatorio (settembre 2010 – dicembre 2013) sono pervenute all’OSCAD 83 segnalazioni (una media di 28 all’anno), relative complessivamente ad offese, aggressioni, lesioni, istigazione alla violenza, danneggiamenti, casi di suicidio e minacce relativi all’orientamento sessuale (un caso all’anno in media ogni 2 milioni di italiani). (9)
Solo creando una presunta emergenza “omofobia” è possibile giustificare politiche e norme degne di un regime totalitario, come lo sono le nostre sedicenti “democrazie”. Governi, che per tutelare i propri interessi conducono guerre imperialiste camuffate da crociate umanitarie (Libia, Afghanistan, Iraq, Serbia, Siria e Ucraina); che per coprire il disavanzo dei bilanci pubblici e di quelli delle banche private (frutto di politiche clientelari, irresponsabili e criminali) condannano i propri popoli a un futuro di miseria e di precariato.
Non dobbiamo odiare e discriminare gli omosessuali, hanno il diritto di vivere la loro vita come credono, chi siamo noi per giudicarli? Il nemico da combattere e da odiare è l’ideologia di genere e la canaglia giacobina che la sostiene, il loro distruttivo totalitarismo. Rendiamo onore agli omosessuali che rinnegano la follia gender. Gli stilisti Dolce e Gabbana, sono omosessuali ma hanno condannato le adozioni gay, mentre molti eterosessuali le sostengono (10).
Negli incontri tenuti da Pro Vita, la presenza dell’ambasciatore Alexey Komov non è stata casuale. La Russia di Putin ha sfidato il nuovo ordine mondiale, imposto dagli Stati Uniti e dai loro vassalli europei. Una sfida che è geopolitica e ideologica: geopolitica, il rifiuto dell’egemonia atlantica (Kosovo, Ossezia del sud, Siria e Ucraina); ideologica, la difesa dei valori tradizionali (famiglia, patria e religione). Valori che il Presidente Putin ha espresso nel discorso tenuto a Valdai (Russia) il 24 ottobre 2014. (11)
Putin difende l’identità cristiana: «In molti Paesi europei la gente ha ritegno o ha paura di manifestare la sua religione. Le festività sono abolite o chiamate con altri nomi; la loro essenza (religiosa) è nascosta, così come il loro fondamento morale. Sono convinto che questo apra una strada diretta verso il degrado e il regresso, che sbocca in una profondissima crisi demografica e morale».
Putin, difende la famiglia naturale: «Possiamo vedere come i Paesi euro-atlantici stanno ripudiando le loro radici, persino le radici cristiane che costituiscono la base della civiltà occidentale. Essi rinnegano i principi morali e tutte le identità tradizionali: nazionali, culturali, religiose e anche sessuali. Stanno applicando direttive che parificano le famiglie a convivenze di persone dello stesso sesso, la fede in Dio con la credenza in Satana.»
Putin difende il valore dell’identità nazionale minacciato dalla globalizzazione: «Simultaneamente, vediamo sforzi di far rivivere in qualche modo un modello standardizzato di mondo unipolare e offuscare le istituzioni di diritto internazionale e di sovranità nazionale. Questo mondo unipolare e standardizzato non richiede Stati sovrani; richiede vassalli.». E continua: «La sovranità, indipendenza e integrità territoriale della Russia sono incondizionate. Qui ci sono “linee rosse” che a nessuno è permesso scavalcare.».
L’attuale governo russo sostiene i valori tradizionali in politica interna ed estera. In politica interna, vieta la propaganda omosessualista e l’aborto dopo le 12 settimane di gravidanza, da sostegno materiale e psicologico alle donne che hanno difficoltà ad accettare la propria gravidanza, assegna un sussidio di circa 10.000 dollari per il secondo figlio, concede terreni alle famiglie con più di tre figli, stanzia fondi per la costruzione di 30.000 chiese e seicento monasteri, combatte gli oligarchi mafiosi e filoccidentali. (12) In politica estera difende la sicurezza nazionale, minacciata dall’allargamento ad est della Nato (Ossezia del Sud ed Ucraina) e dall’islamizzazione del Caucaso.
Putin non è un santo, ma uno statista razionale e consapevole del proprio ruolo. Ha ereditato una nazione prostrata da una profonda crisi politica, sociale ed economica; conseguenza del fallimento dell’ideologia comunista e della sciagurata presidenza di Boris Eltsin (1991 – 1998) un ubriacone che vendette il Paese agli oligarchi e agli interessi stranieri. Putin, ha capito che una nazione non si fonda sul mercato, o su un concetto ipocrita di democrazia; ma sui valori tradizionali. Detti valori assicurano la rinascita nazionale e un futuro di pace e di prosperità.
L’accusa di omofobia mossa alla Russia da Stati Uniti ed Europa, è ipocrita e falsa: Falsa, perché in Russia esistono centinaia di locali per omosessuali è nessuno è condannato per tale orientamento; ad essere vietata è la propaganda omosessuale tra i minori, dai gay pride, alle lezioni gender negli asili e nelle scuole. Ipocrita, perché diretta a colpire un Paese “nemico” e non a difendere i diritti degli omosessuali; non a caso tale “accusa” risparmia i Paesi mussulmani alleati dell’Occidente (Arabia Saudita, Pakistan e Qatar) che infliggono agli omosessuali pene detentive e corporali, compresa la quella capitale. (13) Discorso analogo vale per il rispetto dei diritti umani e della libertà religiosa che le citate nazioni quotidianamente calpestano. Se la Russia non è democratica, che cosa sono l’Arabia Saudita e il Qatar, dispotiche teocrazie e Stati “canaglia”, sostenitori del terrorismo islamico?
La Tv russa ha dedicato un documentario all’ideologia di genere. Una serie d’interviste e di riflessioni (anche a carattere religioso) sul tale fenomeno e sugli interessi che lo sostengono (il ruolo degli Stati Uniti e delle oligarchie politico – finanziarie). Il servizio è stato tradotto in italiano e diffuso tramite un DVD dal titolo: Sodom: La rivoluzione antropologica in atto. (14)
I diritti degli omosessuali sono un’arma di “distrazione di massa”, utile a distogliere l’attenzione della gente dai reali problemi del Paese: pressione fiscale, corruzione, crisi economica, inefficienza della pubblica amministrazione, taglio dei servizi pubblici, disoccupazione giovanile, precariato, criminalità e terrorismo islamista. Questi sono i veri problemi, non le pruderie genitoriali delle lesbiche o dei sodomiti; con i quali i politici sfilano durante il gay pride; nella speranza che questo gli aiuti a mantenere la loro sudicia poltrona.
Giorgio Da Gai
Note
1) Antonio Brandi e Alexey Komov, Hotel Maggior Consiglio – Treviso 31 gennaio 2015.
2) sulla relazione tra ideologia gender e globalizzazione:
– Enrica Perucchetti e Gianluca Marletta: Unisex. La creazione dell’uomo “senza identità”, Arianna editrice, Bologna 2014.
– Diego Fusaro: Ideologia gender e capitalismo. In http://www.lintellettualedissidente.it/corsivi/ideologia-gender-e-manipolazione-dellessere-umano/
3) Franco Cardini: La globalizzazione tra nuovo ordine e caos. Edizioni Il Cerchio 2005.
4) Pier Paolo Pasolini: L’articolo delle lucciole, in Scritti Corsari. Garzanti Editore 1990, p. 131.
5) Spiega Domenico Airoma, magistrato: «L’opera di demolizione della famiglia naturale è stata possibile: «con la lenta ma inesorabile erosione praticata attraverso l’interpretazione dei giudici, soprattutto quelli della Corte europea dei diritti dell’uomo, i quali hanno statuito che quell’articolo potrebbe voler dire che l’uomo e la donna hanno diritto di sposarsi non necessariamente fra loro bensì con chiunque. Poi si sono susseguite varie risoluzioni del Parlamento Europeo nella quali si è incominciato a stabilire che la priorità, l’emergenza comunitaria è l’intronizzazione del “genere” che è chiamato a sostituire il sesso in tutti i testi normativi; il “genere” come sesso desiderato, nulla di statico, quindi: ognuno è ciò che si sente. E il diritto ora deve rincorrere il sentimento, anche se la realtà continua a dire l’opposto». Leggi di Più: “Omofobia. Ideologia gender è legge del desiderio del più forte”. In: http://www.tempi.it/
6) Unicef Position Paper, 9 november 2014 : “Eliminating discrimination against children and parents based on sexual orientation and/or gender identity ”.
7) Sull’indottrinamento nelle scuole da parte delle Lobby LGBT e delle istituzioni:
– Roberta Barone Gender la “colonizzazione ideologica” nelle scuole
– Gianfranco Amato: Gender (D)istruzione: le nuove forme di indottrinamento nelle scuole. Edizioni Fede & Cultura.
8) Leone Grotti:“Io, finito in carcere perché mia figlia ha saltato due ore di ideologia gender. E ora tocca a mia moglie”. In: http://www.tempi.it/germania-io-finito-in-carcere-perche-mia-figlia-ha-saltato-due-ore-di-ideologia-gender-e-ora-tocca-a-mia-moglie#.VPSgh890weg
9) Fonte: http://www.uccronline.it/2014/04/09/i-dati-smentiscono-lomofobia/
10) Terry Marocco: Figli e famiglia la verità di Dolce e Gabbana. Panorama 16.3.2015. In: http://www.panorama.it/
11) Il Valdai International Discussion Club è un convegno internazionale (come l’atlantista Gruppo Bilderberg) dove si approntano temi di carattere geopolitico, economico e culturale. Detto convegno è promosso dalla RIIA Novosti e dal think tank governativo russo Council on Foreign and Defense Policy. Detto convegno si tiene a Valdai sul lago Valdaiskoe, nella zona di Novgorod, ricca di monasteri e memorie storiche dell’ortodossia.
Maurizio Blondet: “Che cosa ha detto Putin a Valdai”. In: http://www.comedonchisciotte.org/site/index.php
12) Antonio Brandi: “La rinascita del popolo russo”. Intervista ad Alexey Komov, Ambasciatore del Congresso Mondiale delle Famiglie presso l’ONU. Notizie Pro Vita, giugno 2014.
13) I rapporti omosessuali sono puniti con pene detentive, corporali, o con la pena di morte: Arabia Saudita, Iran, Nigeria, Mauritania, Pakistan, Sudan, Somalia, Somaliland e Yemen. In altre nazioni molte nazioni musulmane, la pena di morte è esclusa, ma sono previste pene pecuniarie, detentive e corporali: Bahrain, Qatar, Algeria e Maldive.
14) Il DVD non è commerciabile ma può essere richiesto all’associazione Pro Vita redazione@notizieprovita.it